"A Kiev passiamo le notti al buio per non farci trovare" (di Simona Tagliaventi)
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"La notte è il momento più brutto: siamo rinchiusi nelle nostre case al buio, non accendiamo mai la luce per non diventare bersagli. E aspettiamo in silenzio, sperando di non sentire il frastuono delle bombe che però puntualmente arriva. Ci mettiamo accanto ai muri maestri, come ci è stato spiegato di fare, ma non dormiamo praticamente più". A parlare all'ANSA è Nataliya, che vive e lavora a Kiev, all'istituto italiano di cultura presso l'Ambasciata d'Italia. "Per comprare il pane ci sono delle file lunghissime - aggiunge - e le farmacie sono chiuse: ci aiutiamo tra famiglie se serve un medicinale".